V. Mito della città



Uno dei miti più famosi di Ulan-Ude riguarda il Lama Daši-Doržo Itighelov, vissuto tra il 1852 e il 1927. Tra il 1911 e il 1917 fu il capo dei buddhisti della Siberia Orientale.

Il suo ruolo in vita, però, non è ciò che lo rese così famoso, bensì lo stato del suo corpo dopo la morte.
Secondo il mito il 15 giugno del 1927 Itighelov si sedette nella posizione del loto, raccolse i suoi allievi e chiese loro di controllare il suo corpo dpo 75 anni. 
Dopodichè chiese loro di recitare per lui la preghiera «hуга Намши», una preghiera per i morti. Gli allievi non ebbero il coraggio di recitarla mentre il loro maestro era ancora in vita, quindi il Lama stesso iniziò a pregare. Quando i suoi allievi iniziarono a pregare con lui, egli entrò nel Nirvana.Fu seppellito nella stessa posizione.

Seguendo le indicazioni nel testamento del Lama, nel 1955 un gruppo di Lama, di nascosto dalle autorità, estrasse il sarcofago col il suo corpo. Dopo aver constatato che il corpo non ha subito alcuna variazione, nessun segno di decadimento o di decomposizione, gli cambiarono i vestiti e lo rimisero nel suo sarcofago.
Nel 1973 i Lama controllarono nuovamente il corpo, per poter constatare ancora una volta che questo non ha subito alcuna varizione.
Nel settembre 2002, dopo una serie di rituali il suo corpo fu spostato nel Ivolginsky Datsan (tempio Buddhista di Ulan-Ude) ove risiede e viene esposto al pubblico ogni anno per 7 giorni l'anno.



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